Differenze tra cialde e capsule di caffè

Quale caffè è in cialda e quale in capsula. Un minimo di chiarezza è d'obbligo, soprattutto considerando che i due formati presentano differenze notevoli da un punto di vista commerciale.

Purtroppo per molti non è ben chiara la reale diversità tra cialde e capsule. I venditori utilizzano entrambi i termini senza alcuna ragione al solo scopo di catturare più clienti, e riescono benissimo a instillare ancora più confusione nel consumatore. Sostanzialmente ci prendono in giro.
Cialde
Le cialde sono probabilmente l'unico formato standard nel panorama del caffè macinato già preparato in dosi. Quelle più diffuse sono definite Easy Serving Espresso, formalmente ESE, forma circolare con diametro di 44 millimetri.

Di fatto si tratta di due strati di filtro carta al cui interno è sigillata polvere di caffè, tipicamente 7 grammi. L'acqua di una macchina espresso viene spinta a pressione contro la cialda, attraversa il filtro carta e si arricchisce delle sostanze solubili contenute nello stesso caffè. Quindi viene riversata in una comune tazzina.

Solitamente le cialde sono a loro volta sigillate all'interno di un pacchetto di alluminio, in tal modo viene garantito che il caffè non perda il suo caratteristico aroma.

I vantaggi delle cialde sono molteplici. Innanzitutto sono libere e standard, ciò significa che ogni produttore e torrefazione può creare le proprie cialde senza pagare diritti o chiedere permessi ad alcuno.
Inoltre sono più economiche, a parità di caffè il formato in cialda costa fino a 15 centesimi in meno rispetto ad una capsula in plastica. Sicuramente un bel risparmio sul lungo periodo.
Infine il discorso ecologia, meno materiale impiegato, meno costi ed energia sprecate per produrle, meno inquinamento e impatto ambientale per il loro smaltimento una volta usate.

Le macchine funzionanti con cialde sono molto diffuse, alcune permettono di impiegare sia cialde che la tradizionale polvere di caffè. Un esempio in tal senso è la Mokona Bialetti, economica e molto versatile, siamo noi a scegliere come usarla e quale caffè usare, senza rimanere legati ad una specifica azienda.

Capsule
Obiettivo: rendere chiuso il mercato del caffè in dosi. Non più cialde che tutti possono produrre, non lasciamo all'utente la possibilità di scegliere. Mettiamo il caffè in un contenitore di plastica o alluminio con precise dimensioni, brevettiamole ed evitiamo che altri possano farne modelli simili compatibili.
Con le capsule le aziende cercano di accaparrarsi e tenere stretto per se anche il mercato del caffè oltre a quello delle macchine.

Ok, ci sono anche motivazioni di carattere pratico, le capsule in plastica ben si prestano ad essere impilate e selezionate una per una. L'utente preme un pulsante, la macchina prende una capsula e la inserisce nell'apposito vano, quindi la smaltisce una volta esaurita l'erogazione del caffè. Tutto automatico, ci si deve solo preoccupare di riempire periodicamente il "caricatore" di capsule, e di svuotare il contenitore di quelle esauste.
A questo punto, però, tanto vale usare una macchina super automatica che fa il caffè partendo direttamente dai grani.

Gli svantaggi delle capsule sono molteplici. Innanzitutto rappresentano un mondo chiuso, ogni azienda crea il proprio personale standard e non vuole che altri possano realizzarne di compatibili.

Diverse stime considerano i guadagni derivanti dalle capsule ben superiori a quelli relativi alle vendite delle sole macchine. Questo è anche il motivo per cui le macchine funzionanti con capsule costano poco. Una volta comprate si è in qualche modo succubi del loro mercato privato.

Addirittura alcuni hanno provato a intentare cause per garantirsi tale esclusività (ad esempio la Nestlé con il suo sistema Nespresso), fortunatamente i giudici sanno il fatto loro e semplicemente rigettano, rifiutano ogni richiesta assurda atta solo a limitare la libertà di scelta degli utenti.

Altro aspetto negativo, le capsule costano di più, ogni singolo caffè implica un esborso superiore in funzione dei materiali impiegati (plastica, alluminio), diritti e costi per la pubblicità, oltre che difficoltà di realizzazione e il fatto che ogni sistema proprietario è in qualche misura "di nicchia", quindi con un numero limitato di clienti.
Alla fin fine si spendono diverse centinaia di euro in più nell'ottica del normale consumo familiare nel corso di un anno.
Certo la macchina con capsule viene poco, alcuni la concedono persino in comodato d'uso gratuito (es Lavazza Nims) con tanto di garanzia e assistenza compresa. Ma in breve tempo, facendo qualche calcolo sul costo per ogni caffè, ci si rende conto di averla pagata fin troppo salata. I sistemi chiusi non sono mai la migliore scelta in termini economici.

Arriviamo quindi al discorso ecologia. Le capsule sono di plastica o alluminio, spesso includono un incarto esterno per sigillarle al meglio. Tanta energia impiegata per produrle e una buona mole di materiali inquinanti da smaltire. Sicuramente dannose per natura e ambiente.
Conclusioni
Beh, se siete arrivati a leggere fino a questo punto ormai l'avrete capito, le capsule di qualunque marca siano, non rappresentano mai una buona soluzione. Costose, antieconomiche, inquinanti, limitano la scelta del consumatore.

Le cialde sono invece una sorta di standard, garantiscono una maggiore libertà e permettono un cospicuo risparmio.